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Il panorama al tramonto dalla torre di Casa Boccaccio
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Facciata esterna di via Boccaccio
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Il 15 gennaio 1944, in seguito a un bombardamento aereo, la casa del Boccaccio viene quasi completamente distrutta, rimanendo illesa solo la parete con l’affresco di Pietro Benvenuti.
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Il giorno 6 ottobre 1957 Casa Boccaccio fu riaperta al pubblico dopo la distruzione del 1944 .
Nell'immagine la parata dalla Casa verso Palazzo Pretorio, dove si svolsero i festeggiamenti della riapertura.
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Il giorno 6 ottobre 1957 Casa Boccaccio fu riaperta al pubblico dopo la distruzione del 1944 .
Nell'immagine la parata dalla Casa verso Palazzo Pretorio, dove si svolsero i festeggiamenti della riapertura: i gonfaloni dei vari comuni del circondario presenti alla cerimonia.
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Il giorno 6 ottobre 1957 Casa Boccaccio fu riaperta al pubblico dopo la distruzione del 1944 .
Nell'immagine il saluto istituzionale del Vice Sindaco di Parigi
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L’anno 1957, in occasione della riapertura della Casa del Boccaccio – dopo la ricostruzione seguita al bombardamento aereo del 1944 – viene aperta al pubblico anche la nascente biblioteca. All’ordinamento e all’incremento di questa viene designato Giuseppe Fontanelli, appassionato di studi letterari e primo conservatore della Casa. Concentrando la sua opere sulla formazione di una biblioteca specializzata e partendo da una piccola raccolta di testi donati da Domenico Tordi, conservati nella Casa del Boccaccio e sfuggiti al bombardamento bellico, il Fontanelli inizia a selezionare testi sul Boccaccio, specialmente traduzioni del Decameron, dalle lingue europee più diffuse a quelle dei paesi medio orientali e asiatici. Dal 1957, l’Ente Nazionale Giovanni Boccaccio ha provveduto ad arricchire la biblioteca con edizioni di opere del Boccaccio e studi critici sull’autore. Infatti, attualmente, la biblioteca conserva più di 3500 volumi, i cui fondi più interessanti, che la rendono unica nel suo genere, comprendono testi di critica in lingue straniere; traduzioni del "Decameron" e delle opere minori in tutte le lingue; opere rare e di pregio (stampati dei sec. XVI – XVIII, edizioni illustrate da artisti famosi e varie edizioni sempre relative al Boccaccio), oltre a una selezione iconografica che comprende foto, cartoline e riproduzioni del borgo storico di Certaldo, delle manifestazioni e di opere del Boccaccio.
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Casa Boccaccio prima del bombardamento del 1944
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Il 15 gennaio 1944, in seguito a un bombardamento aereo, la casa del Boccaccio viene quasi completamente distrutta, rimanendo illesa solo la parete con l’affresco di Pietro Benvenuti.
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Il giorno 6 ottobre 1957 Casa Boccaccio fu riaperta al pubblico dopo la distruzione del 1944 .
Nell'immagine il Prof. Vittore Branca legge il discorso di commemorazione
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Il giorno 6 ottobre 1957 Casa Boccaccio fu riaperta al pubblico dopo la distruzione del 1944 .
Nell'immagine il Vice Sindaco di Parigi taglia il nastro e inaugura la riapertura della Casa.
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Il giorno 6 ottobre 1957 Casa Boccaccio fu riaperta al pubblico dopo la distruzione del 1944 .
Nell'immagine la parata dalla Casa verso Palazzo Pretorio, dove si svolsero i festeggiamenti della riapertura.
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Veduta esterna della Casa da piazza Calindri
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Veduta della Casa dal giardino interno alla corte
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La sala d'ingresso al museo è dedicata all'esposizione di alcune opere di illustri artisti italiani e stranieri che si sono ispirati all'opera più famosa del poeta, il "Decameron", donando i propri lavori al Comune di Certaldo, in un periodo compreso tra il 1966 ad oggi. La raccolta conta circa 700 opere che vengono esposte a rotazione. Fra gli artisti spiccano i nomi di Guttuso, Sassu, Levi, Campigli, Fabbri, Vespignani, Greco, Manzù e Maccari.
Nell'immagine R. Guttuso, "Gian di Procida", 1967
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Dalla sommità della torre della Casa si può godere di un punto di vista privilegiato e scoprire un ambiente caratterizzato dalla presenza di una vera e propria rete territoriale di punti di osservazione (il cassero di S. Gimignano, Semifonte, La torre di Santa Maria Novelle ecc.)
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L’anno 1957, in occasione della riapertura della Casa del Boccaccio – dopo la ricostruzione seguita al bombardamento aereo del 1944 – viene aperta al pubblico anche la nascente biblioteca. All’ordinamento e all’incremento di questa viene designato Giuseppe Fontanelli, appassionato di studi letterari e primo conservatore della Casa. Concentrando la sua opera sulla formazione di una biblioteca specializzata e partendo da una piccola raccolta di testi donati da Domenico Tordi, conservati nella Casa del Boccaccio e sfuggiti al bombardamento bellico, il Fontanelli inizia a selezionare testi sul Boccaccio, specialmente traduzioni del Decameron, dalle lingue europee più diffuse a quelle dei paesi medio orientali e asiatici. Dal 1957, l’Ente Nazionale Giovanni Boccaccio ha provveduto ad arricchire la biblioteca con edizioni di opere del Boccaccio e studi critici sull’autore. Infatti, attualmente, la biblioteca conserva più di 3500 volumi, i cui fondi più interessanti, che la rendono unica nel suo genere, comprendono testi di critica in lingue straniere; traduzioni del "Decameron" e delle opere minori in tutte le lingue; opere rare e di pregio (stampati dei sec. XVI – XVIII, edizioni illustrate da artisti famosi e varie edizioni sempre relative al Boccaccio), oltre a una selezione iconografica che comprende foto, cartoline e riproduzioni del borgo storico di Certaldo, delle manifestazioni e di opere del Boccaccio.
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Concepito per valorizzare lo spazio adiacente alla casa, intende interpretare con lo spirito del nostro tempo i temi fondamentali del giardino narrato da Boccaccio, in particolare quello descritto nell'Introduzione alla terza giornata del "Decameron". Il progetto fu avviato nel 2004 durante il Convegno "Giardini celesti, giardini terresti", completato nel 2011 e inaugurato il 29 aprile dello stesso anno.
" Appresso la qual cosa, fattosi aprire un giardino che di costa era al palagio, in quello, che tutto era da torno murato, se n’entrarono; e parendo loro nella prima entrata di maravigliosa bellezza tutto insieme, piú attentamente le parti di quello cominciarono a riguardare. Esso avea dintorno da sé e per lo mezzo in assai parti vie ampissime, tutte diritte come strale e coperte di pergolati di viti, le quali facevano gran vista di dovere quello anno assai uve fare: e tutte allora fiorite sí grande odore per lo giardin rendevano, che, mescolato insieme con quello di molte altre cose che per lo giardino olivano, pareva loro essere tra tutta la spezieria che mai nacque in Oriente. [...] Nel mezzo del quale; quello che non è meno commendabile che altra cosa che vi fosse, ma molto piú; era un prato di minutissima erba e verde tanto, che quasi nera parea, dipinto tutto forse di mille varietá di fiori, chiuso dintorno di verdissimi e vivi aranci e di cedri, li quali, avendo i vecchi frutti ed i nuovi ed i fiori ancora, non solamente piacevole ombra agli occhi, ma ancora all’odorato facevan piacere. Nel mezzo del qual prato era una fonte di marmo bianchissimo e con maravigliosi intagli iv’entro, la quale, non so se da natural vena o da artificiosa, per una figura che sopra una colonna nel mezzo di quella diritta era, gittava tanta acqua e sí alta verso il cielo, che poi non senza dilettevol suono nella fonte chiarissima ricadea, che di meno avria macinato un mulino. La qual poi; quella dico, che soprabbondava al pieno della fonte; per occulta via del pratello usciva, e per canaletti assai belli ed artificiosamente fatti fuor di quello divenuta palese, tutto lo ’ntorniava [...]" "Decameron", Introduzione alla terza giornata.
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L’affresco di Pietro Benvenuti raffigura Boccaccio al suo tavolo da lavoro e fu commissionato al pittore dalla marchesa Carlotta Lenzoni de' Medici nel 1826, anno in cui fece ristrutturare e arredare la Casa. Durante il bombardamento del 1944 la parete con l'affresco fu l'unica della Casa a rimanere illesa.
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Nel 1949, in seguito al riconoscimento ufficiale della tomba del Boccaccio durante il Convegno dei Dotti, in cui si conferma che quelle ossa appartenevano al Poeta, la Società Storica della Valdelsa deliberò di rifare, a sue spese, la pietra tombale, dandone l’incarico allo scultore Mario Moschi. Attualmente l’originale copre quella che viene considerata la Tomba del Novelliere nella Chiesa dei SS. Michele e Jacopo, mentre al pian terreno della Casa del Boccaccio si trova esposto il primo bozzetto.
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Ritrovate nel corso della seconda guerra mondiale in seguito ad un bombardamento che colpì la Casa del Boccaccio, le nove scarpe da donna spaiate furono custodite dalla Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici delle Province di Firenze e Pistoia fino al 1977. Riconosciute come da verbale di consegna del 16 novembre 1977, della stessa Soprintendenza, «oggetti d’arte di fine secolo XIV e principio secolo XV», sette paia furono “riportate a casa” mentre altre due restarono a Firenze, esposte nel Museo Davanzati, dove sono tuttora.
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Ingresso alla loggetta esterna
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L'accesso alla torre è stato ristabilito nel 2005 a seguito di alcuni lavori di consolidamento. Oggi dalla sommità della torre della Casa si può godere di un punto di vista privilegiato e scoprire un ambiente caratterizzato dalla presenza di una vera e propria rete territoriale di punti di osservazione (il cassero di S. Gimignano, Semifonte, La torre di Santa Maria Novelle ecc.)