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Nell’anno in cui per il “Maggio dei libri” è proposto il tema della libertà di pensiero a cui introduce la lettura, l’Ente Nazionale Giovanni Boccaccio propone una mostra in cui sono presentate alcune delle opere di Boccaccio certamente meno note, ma fondamentali proprio sotto l’aspetto del pensiero critico.
La 𝐺𝑒𝑛𝑒𝑎𝑙𝑜𝑔𝑖𝑎 𝑑𝑒𝑜𝑟𝑢𝑚 𝑔𝑒𝑛𝑡𝑖𝑙𝑖𝑢𝑚, il 𝐷𝑒 𝑚𝑢𝑙𝑖𝑒𝑟𝑖𝑏𝑢𝑠 𝑐𝑙𝑎𝑟𝑖𝑠, il 𝐷𝑒 𝑐𝑎𝑠𝑖𝑏𝑢𝑠 𝑣𝑖𝑟𝑜𝑟𝑢𝑚 𝑖𝑙𝑙𝑢𝑠𝑡𝑟𝑖𝑢𝑚, il 𝐷𝑒 𝑚𝑜𝑛𝑡𝑖𝑏𝑢𝑠 sono opere latine che documentano il grande lavoro di Boccaccio per recuperare miti, storie, fatti di un’antichità che si apre al mondo greco ed ebraico, all’Oriente. Sono opere che concretamente danno l’avvio all’ala erudita dell’umanesimo, a quel movimento intellettuale che realizzerà il recupero della tradizione classica e sarà fondamento di un accesso critico ai testi e alla storia.
Queste opere di Boccaccio godettero fra Quattro e Cinquecento di grande fortuna in tutta Europa (una fortuna superiore al 𝐷𝑒𝑐𝑎𝑚𝑒𝑟𝑜𝑛) ed ebbero traduzioni nelle varie lingue nazionali, delle quali la mostra offre qualche esempio, fino all’età contemporanea.
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Un percorso bibliografico che mette in mostra le collezioni della Biblioteca di Casa Boccaccio: traduzioni del Decameron e delle opere minori in tutte le lingue; opere rare e di pregio come stampati dei sec. XVI; edizioni illustrate da artisti famosi quali Dalì, Chagall, Guttuso.
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In mostra le 10 illustrazioni originali che l'artista ha realizzato per l'edizione in lingua ceca del "Decameron".
L'artista si inserisce nella tipica tradizione figurativa di area germanica. In queste opere infatti la recente vasta eredità dell'"espressionismo" e della "nuova oggettività" tedesca (le deformazioni grottesche e la dichiarata volgarità del segno e delle immagini) si fonde a recuperi della tradizione più antica, medioevale (il decorativismo religioso e popolare boemo) e rinascimentale (la xilografia tedesca, fiorita e minutamente descrittiva).
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Una mostra di opere pittoriche firmate dagli artisti italiani che nel 1967 hanno realizzato illustrazioni e dipinti in omaggio all'opera più celebre del Boccaccio. L'esposizione è dedicata alla terza giornata del "Decameron", nella quale si narrano le novelle in cui il protagonista riesce a conquistare, grazie all'ingegno, la cosa da lui tanto desiderata.
Presenti in questa esposizione gli artisti: Ugo Attardi, Domenico Cantatore, Carlo Mattioli, Antonio Quaranta, Bruno Saetti, Aldo Salvadori, Gregorio Servello, Roul Soldi, Tono Zancanaro, Giuseppe Zigaina.
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In mostra le 10 incisioni firmate Salvador Dalì ispirate al Decameron di Boccaccio.
Salvador Dalì nel 1972 delineò 10 immagini per punte secche che avrebbero corredato l'edizione di un corposo volume, a fogli sciolti, oggi conosciuto come "Il Decameron di Dalì".
Il volume ebbe tre edizioni a tiratura limitata con testi in italiano, in inglese e in svedese. La Biblioteca dell'Ente Nazionale Giovanni Boccaccio è in possesso della copia con testi in italiano numero 98/150
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L’opera più celebre del Boccaccio è ancora oggi ed è stata nei secoli strumento per comprendere ed interpretare la società a lui contemporanea e i suoi sviluppi. Il novelliere certaldese, infatti, narra nel Decameron l’epopea della nascita e dell’espansione del mondo urbano, documenta la mentalità e la cultura della classe borghese-mercantile, i cui sviluppi giungono fino ai nostri tempi e sono a base della società contemporanea. Non è un caso che quest’opera sia entrata a far parte della cultura mondiale come dimostrano le sue numerose traduzioni. La biblioteca di Casa Boccaccio propone per la campagna nazionale “Il Maggio dei Libri”, iniziativa del Ministero della Cultura e del Centro per il Libro e la Lettura, un percorso bibliografico che mette in mostra varie edizioni di pregio del Decameron, a partire dal XVI secolo. Propone inoltre una sezione speciale dedicata alle traduzioni dell’opera. La biblioteca ha proprio in questo la sua unicità: conserva 35 traduzioni del Decameron in varie lingue, fra cui arabo, coreano, vietnamita, iraniano, provenzale, galiziano, gallese, yiddish, malese, armeno, georgiano, lettone.
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Durante l’estate del 1970 Pier Paolo Pasolini scrive la sceneggiatura del primo capitolo cinematografico della Trilogia della vita. Il regista trae ispirazione da 10 novelle del Decameron di Boccaccio: “Ho scelto in Boccaccio i racconti che amavo di più, quelli che rileggevo con sempre più vivo piacere, in cui si trova una sorta di equilibrio naturale tra il tragico e il comico-burlesco”. La scelta ricade sulle novelle I 1, II 5, III 1, IV 5, V 4, VI 5, VII 2, VII 10, IX 2, IX 10.
Alberto Moravia scriverà che partendo dal presupposto per cui il Decameron sarebbe un libro «non solo privo di tabù ma anche privo del compiacimento di non averne», Pasolini ha eliminato «ogni tentazione di scollacciatura» e fuso arditamente «la serenità rinascimentale con l’oggettualità fenomenologica moderna». Lo stesso hanno cercato di fare gli artisti che dal 1967 hanno omaggiato il Decameron con le loro opere: rappresentare questo grande capolavoro con un animo moderno, ma senza stravolgere la natura della narrazione e del messaggio boccacciano. Il Comune di Certaldo possiede circa 700 opere di questi artisti e per il centenario pasoliniano mette in mostra nel museo di Casa Boccaccio, grazie alla collaborazione dell’Ente Nazionale Giovanni Boccaccio e il patrocinio del comitato nazionale per il centenario della nascita di P. P. Pasolini e con il patrocinio della Regione Toscana, una selezione di 11 dipinti firmati dagli artisti italiani che nel 1967 si sono ispirati alla stesse novelle del Decameron scelte da Pasolini. Fra gli artisti presenti Carlo Levi, Renzo Vespignani, Tono Zancanaro, Giacomo Manzoni, Silvio Loffredo, Carlo Mattioli, Alberto Manfredi, Paolo Manaresi e Gianni Guidi.
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Un percorso bibliografico alla scoperta di Giovanni Boccaccio interprete, lettore, copista, biografo e ammiratore di Dante.
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Il progetto prende le mosse dalla rassegna di letture del Decameron, “Si racconta le novelle del Boccaccio”, che va in scena ogni secondo venerdì del mese nel museo di Casa Boccaccio e di cui Romiti è ideatore e regista insieme al gruppo teatrale Oranona Teatro. In 15 anni di rassegna per ogni novella l'artista ha creato un'illustrazione stampata su cartolina in tiratura limitata che veniva poi regalata al pubblico al termine di ogni incontro. Così nasce il libro “Mnemodecameron prontuario per le cento novelle” (che riproduce le cento cartoline accompagnate da una breve sintesi della novella illustrata) e la mostra dedicata con tutte le illustrazioni originali presenti nella pubblicazione.