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Venezia Biblioteca Nazionale Marciana - Gr. XI 29 [= 1007]
Cart., cc. III + 323 + III’, mm. 297 × 225. Omero, "Odissea" (con traduzione interlineare latina di Leonzio Pilato). Risalente all’inizio degli anni ’60 del sec. XIV; inviato dal Boccaccio in lettura a Petrarca nel 1366. La copia è attribuibile alla mano di Leonzio Pilato, che ha vergato il testo omerico in greco, la traduzione interlineare e numerose postille a margine. Diverse note di lettura di mano di Boccaccio, tutti risalenti ad un periodo compreso tra il 1360 e il 1375; oltre a 7 maniculae (cc. 79v, 148r, 176v, 177r, 190v, 210v, 292r), una graffa (c. 96v), una correzione interlineare (c. 123r), 2 postille in scrittura sottile («+ Incipe hic» a c. 113r e «Hic incipe» a c. 126v) sono da attribuire al Certaldese 19 postille in scrittura mercantesca: «Virgilius in 4° Eneidos de Mercurio» (c. 62v), «Virgilius in 5 Eneidos, ubi Palinurus speculatur astra» (c. 68v), «Virgilius in primo Eneidos, ubi et tempestatem et verba Enee» (c. 69r), «Virgilius in primo Eneidos, ubi ostendit Didonem ad templum venientem» (c. 77r), «Virgilius in primo Eneidos, dum Eneas invenit Venerem in silvis» (c. 78r), «Virgilius Eneidos primo, ubi Eneas primo apparuit Didon[i]» (c. 80r), «Virgilius primo Eneidos, ubi Venus nebula circumdavit Eneam» e «sic et Eneas vidit Yleoneum tendentem ad Didonem» (c. 83r), «Infandum regina iubes et cetera», «Nota hic optima Ulixis verba» (c. 96v), «Sic Virgilius in 5 Eneidos» (c. 97r), «Nota pro poetis» (c. 104v), «Miror hic, cum alibi sepius dicat Omerus Ulixem fuisse apud Circem uno anno, apud Calipsonem VII annis, in totum post excidium Troie errasse X annis. et ipse, cum ab Eolo ventos habuit, nondum ad Circem neque ad Calipsonem pervenerat; et dicit eum X annis, noctibus et diebus, navigasse» (c. 123r), «post triduum» (c. 135r), «Virgilius in VI°» (c. 138r), «Virgilius in VI°, ubi de Enea et Anchise» (c. 142r); «et hinc Panormum Sicilie dictum puto» (c. 169r), «Virgilius in primo Eneidos» (c. 170r); «paulo ante ostendit tempus frigidum esse: hic muscas esse dicit, que male frigori conveniunt» c. (225r). Di mano del Petrarca: 16 postille (cc. 16v, 17v, 19v, 27v, 47v, 47v, 73v, 84v, 135r, 144v, 158r, 160v, 163r, 163v, 171v, 176v); 5 graffe (cc. 32r, 79r, 97v, 107v, 108v); 15 brevi notazioni riguardanti gli inizi di canto (cc. 61r, 74r, 75r, 82r, 82v, 84r, 92r, 93r, 107v, 122r, 136v, 153r, 164r [due], 175r); 11 numeri progressivi di fascicolo (cc. 17v, 33v, 49v, 65v, 81v, 99v, 115v, 131v, 147v, 163v, 179v); 5 indicazioni del numero di libro (cc. 75r, 82r, 84r, 93r, 164r). -
Toledo Archivo y Biblioteca Capitulares - 104 6
Membr., cc. II + 268 + II’, mm. 278 × 191. "Vita di Dante" (I redaz.); Dante, "Vita nuova", "Commedia" (con gli argomenti in terza rima del B.), 15 canzoni. Da assegnare all’inizio degli anni ’50 del sec. XIV. Di mano del B. anche: frequenti notazioni in margine con lezioni alternative (ad es. c. 56r) e correzioni (ad es. c. 80v), brevi postille in scrittura sottile (ad es. alla c. 50r) e un ritratto di Omero visibile solo ai raggi ultravioletti (c. 267v), recentemente segnalato da Bertelli e Cursi. Rare notazioni marginali di mani dei secc. XV e XVI. Fiorilla e Rafti segnalano faccette paragrafanti e maniculae di poco posteriori alla copia del codice della stessa mano che le ha vergate anche nel Laurenziano Plut. 54 32 [ALI 1829]. -
Perugia Archivio di Stato - Carte Del Chiaro, senza segnatura
Cart., mm. 90 × 225. Lettera (con sottoscrizione autografa) inviata a Leonardo Del Chiaro da Certaldo il 20 maggio 1366. -
Paris Bibliothèque nationale de France - It. 482
Membr., cc. III + 215 + III’, mm. 334 × 239. "Decameron". Risalente agli anni ’60 del sec. XIV. La copia è di mano di Giovanni d’Agnolo Capponi, che si sottoscrive in calce alla tavola delle rubriche (c. 4v) e si serve di una mercantesca con lievi influenze della cancelleresca (e non alla mano del B. come erroneamente ipotizzato dal Rossi). Al Capponi devono essere attribuiti anche frequentissimi interventi correttori in interlinea. Forse di mano del B. una nota interlineare (segnalata da Cursi): «Açço» (c. 69v). Diciotto disegni a penna (cc. 4v, 5r, 6r, 11r, 23v, 55r, 79v, 82r, 102r, 122v, 133v, 151r, 176r, 187r, 189r, 214r) assegnati al B. dalla Ciardi Dupré dal Poggetto, ma a nostro avviso di mano differente, come recentemente sostenuto anche dalla Battaglia Ricci. -
Paris Bibliothèque nationale de France - Lat. 8082
Membr., cc. III + 106 + I’, mm. 262 × 161, secc. XII/XIII. C. Claudianus, "De raptu Proserpinae" (I 139-214 e III 280-361), "De raptu Proserpinae", "In Rufinum", "De bello Gildonico", "In Eutropium", "De nuptiis Honorii et Mariae", "De III consulatu Honorii", "De IV consulatu Honorii", "De consulatu Theodori", "De IV consulatu Honorii" (601-11), "De consulatu Stiliconis", "De VI consulatu Honorii", "De bello Getico". B. vergò nel cod. solo la testina coronata (con ogni probabilità raffigurante Claudiano), accompagnata da manicula, a c. 4v, forse nel 1351 a Padova, dove era ospite del Petrarca, cui apparteneva il ms., che contiene infatti anche suoi interventi marginali: postille (ad es. c. 11v), maniculae (ad es. c. 62v) e graffe (ad es. c. 57r). Le opere di Claudiano sono accompagnate da un ricco corredo di glosse di tradizione (di mano del copista). -
Paris Bibliothèque nationale de France - Lat. 6802
Membr., cc. 277, mm. 330 × 230, sec. XIII ex. C. Plinius S., "Historia naturalis". Di mano del B. la postilla «Nondum Certaldenses erant» nel margine inferiore di c. 153v (databile agli anni ’50) e la testina raffigurante Abramo a c. 220r; di dubbia attribuzione una postilla (con citazione di "Georgica", I 331-33) nel margine inferiore di c. 17r; ancora dibattuta tra B. e Petrarca la paternità del disegno di Valchiusa (c. 143v), anche se con ogni probabilità è da assegnare al Certaldese. Il codice, acquistato da Petrarca a Mantova nel 1350, reca numerosissimi suoi interventi marginali: postille, graffe e maniculae (cfr. ad es. c. 48v). Rari interventi anche di mani posteriori. -
Paris Bibliothèque nationale de France - Lat. 5150
Membr., cc. II + 81 + II’, mm. 310 × 215, sec. XIV. "Gesta Innocentii III" (mutilo); ps. Ugo Falcando, "Liber de regno Siciliae"; Niccolò da Calvi, "Vita Innocentii IV papae"; Bosone, "Vitae paparum", "Canones Concilii Lateranensis III". Inviato dal B. in dono al Petrarca nel 1361. Di mano del B. la manicula accompagnata da graffa a c. 69r e le maniculae a c. 73; attribuibili al B., ma con qualche riserva di natura paleografica, paiono due note lasciate alle cc. 71r e 80v (già assegnate alla sua mano da Billanovich): «Robertus surrentinus princeps Capue captivatur demum Maionis admirati opera cecatur in carcere» (che trova perfetto riscontro in "De casibus", IX 13) e «occiditur Rogerius puer». Diverse note di lettura (postille, maniculae e graffe) di mano di Petrarca in altre carte del codice (ad es. c. 53r). Fece parte della Biblioteca Viscontea di Pavia. -
Paris Bibliothèque nationale de France - Lat. 4939
Membr., cc. III + 81 + III’, mm. 520 × 410, sec. XIV (ante 1339). Paolino Veneto, "Chronologia magna". Di mano del B. è la postilla vergata nel margine inferiore di c. 116r (databile agli anni ’50). Note marginali di altre mani. -
Milano Biblioteca Ambrosiana - C 67 sup.
Membr., cc. III + 145 + IV’, mm. 240 × 160. M.V. Martialis, "Epigrammata"; Giovanni di Salisbury, "Entheticus in Policraticum"; D.I. Iuvenalis, "Satyrae", X 22. Segnatura della parva libraria: VI 7. Argomenti paleografici spingono ad assegnarlo ad un periodo compreso tra la fine degli anni ’60 e i primissimi anni ’70, ma riferimenti culturali nello scambio epistolare con Petrarca, portano a non escludere la possibilità che sia anteriore di qualche anno. Di mano del B. anche: diverse annotazioni, graffe di varia tipologia (ad es. cc. 98r e 103v), fiorellini (ad es. c. 115v), maniculae abituali (ad es. c. 23r) e altre che riproducono il gesto delle “fiche” dantesche (ad es. c. 35v). Da assegnare al B. anche cinque disegni: il busto di una fanciulla con corona floreale e quello di un uomo barbuto coronato di alloro (c. 10r), un serpente con la testa di uccello (c. 22v), un cappuccio fratesco (c. 24v), un profilo maschile (c. 75v), una testina barbuta raffigurante Seneca (c. 115v). Rare postille di altre mani databili tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo (ad es. cc. 62v e 65r). -
Milano Biblioteca Ambrosiana - A 204 inf.
Membr., cc. II + 86 + I’, mm. 330 × 235, sec. XIV. Aristoteles, "Ethica Nicomachea" (con il commento di Tommaso d’Aquino). Segnatura della magna libraria: V 9. Di mano del B. soltanto il commento tomistico, ad eccezione delle prime 16 righe, di mano del copista del testo (c. 1r), aggiunto attorno al 1340 e da lui sottoscritto (c. 86v). Di mano del B. anche: frequentissime annotazioni interlineari, alcune postille marginali, talvolta racchiuse in cornici (ad es. c. 60v), diverse maniculae (ad es. 13r), graffe e fiorellini (c. 7v). -
London The British Library - Harley 5383
Membr., cc. II + 32 + II’, mm. 211 × 137. Paolo Diacono, "Historia Langobardorum" (I 1-VI 24). Costituiva la sezione centrale degli attuali Riccardiani 627 e 2795 [ALI 1846 e 1849]. Interamente di mano del B., reca interessanti sue postille, come ad esempio la nota in cui la peste dei tempi di Narsete viene accostata a quella fiorentina del 1348 «Anno Domini MCCCXLVIII simillima pestis Florentie et quasi per universum orbem» (c. 7r). -
Krakow Biblioteca Czartoryskich - 2566
Cart., mm. 303 × 223, composito. La c. 43 costituiva anticamente la c. 115 dello Zibaldone Magliabechiano [ALI 1845]. Contiene la trascrizione della "Familiare", XVIII 15, inviata al B. da Francesco Petrarca nel dicembre del 1355. -
Firenze Biblioteca Riccardiana - 2795 VI
Membr., mm. 214 × 145, composito. Le cc. 70-76, contenenti un frammento dell’"Historia Langobardorum" di Paolo Diacono (il testo inizia da VI 24), sono di mano del B. e costituivano l’ultima parte degli attuali Riccardiano 627 e Harley 5383 [ALI 1846 e 1851]. -
Firenze Biblioteca Riccardiana - 1232
Membr., cc. I + 90 + I’, mm. 161 × 111. "Buccolicum carmen". Segnatura della parva libraria: V 12. Databile per ragioni testuali ad un periodo compreso tra il 1362-1363 (viaggio del B. a Napoli) e il 1367 (termine ante quem per la composizione della XVI egloga); ragioni paleografiche portano a propendere per gli anni 1362-1363. Frequenti postille di mano del B. coeve alla copia, spesso in scrittura a penna rovesciata (ad es. alla c. 22v). -
Firenze Biblioteca Riccardiana - 1035
Membr. (aggiunte in epoca posteriore le cc. 71-86), cc. III + 187 + II’, mm. 294 × 193. Cadute due cc. tra le attuali 35 e 36 e un intero fascicolo tra le attuali 70 e 87. Dante, "Commedia" (con gli argomenti in terza rima del B.); carme "Finis adest longi Dantis cum laude laboris"; Dante, 15 canzoni. Risalente agli inizi degli anni ’60. Di mano del B. anche: notazioni in margine con lezioni alternative (ad es. c. 89r) e correzioni (ad es. c. 61v). Sette disegni a penna (cc. 4v, 7r, 10v, 15r, 17r, 20v, 29r) assegnati al B. da Degenhart-Schmitt e poi dalla Ciardi Dupré dal Poggetto, sono con ogni probabilità di mano piú tarda, come recentemente sostenuto dalla Battaglia Ricci. Frequenti note di commento di una mano posteriore (ad es. c. 109v), identificata da Casamassima con quella di Bartolomeo di ser Benedetto Fortini (possessore del codice nel XV secolo); questa tesi è stata smentita dalla Pomaro, che ha proposto di assegnare questi interventi a un copista collaboratore di Tedaldo della Casa, e da Giuseppina Brunetti, che ha ipotizzato siano di una mano trecentesca da ricondurre agli ambienti di Benvenuto da Imola. -
Firenze Biblioteca Riccardiana - 627
Membr., cc. II + 28 (sec. XII) + 73 + I (sec. XIV), mm. 214 × 145. P. Orosius, "Historiae adversus paganos"; Paolo Diacono, "Additamentum ad Eutropii Breviarium ab Urbe condita". Segnatura della parva libraria: II 7. Di mano del B. le cc. 29r-102v, trascritte nei primi anni ’50. Cadute nel corpo del cod. diverse cc., attualmente conservate nell’Harley 5383 e nel Riccardiano 2795 [ALI 1851 e 1849]. In margine alla sezione di mano del B., rare postille e correzioni di mani coeve. -
Firenze Biblioteca Riccardiana - 1230
Membr., cc. II + 81, mm. 160 × 120, secc. XIII/XIV. Giovanni Gallico, "Compendiloquium de vita et dictis illustrium philosophorum". Segnatura della parva libraria: III 15. Di mano del B. solo il notabile «Aristoteles» (c. 63r), forse da assegnare alla fine degli anni ’60. -
Firenze Biblioteca Riccardiana - 489
Membr., cc. I + 81 + I’, mm. 355 × 250, secc. XIII e XIV. P. Ovidius N., "Heroides", "Amores" (III 5), "Fasti", "Tristia", "Ars amatoria", "De medicamine faciei"; ps. Ovidius, "De nuce", "De pulice", "De speculo medicaminis", "De philomena"; centone del Vecchio e del Nuovo Testamento composto da un certo «Stephanus canonicus dominici Sepulcri». Segnatura della parva libraria: VIII 5. Di mano del B.: revisioni ai testi ovidiani (correzioni e varianti), notabilia e postille (ad es. c. 43), tre disegni (la testa barbuta a c. 47r, il busto di donna a c. 53v, il ramo d’edera a c. 66r), varie maniculae (ad es. c. 19v), graffe e fiorellini (ad es. c. 66r). -
Firenze Biblioteca Nazionale Centrale - Banco Rari 50
Cart., cc. XII + 247 (acefalo) + II’, mm. 315 × 235. Cadute le prime 19 cc. e altre 27 nel corpo del codice; una di queste (la c. 115) è stata ritrovata in una raccolta di autografi conservata presso la Biblioteca Czartoryski di Cracovia [ALI 1850]. Miscellanea di testi latini (nota anche come Zibaldone Magliabechiano), prevalentemente storici, di autori classici e medievali, insieme al "De Canaria" e alle "Epistole", VIII e IX del B. Di datazione controversa, vista anche l’assenza di altri codici vergati dallo scrittore nella medesima tipologia grafica corsiva. Ultima sezione databile per ragioni interne al 1356; sezioni precedenti variamente collocate in un periodo compreso tra la fine degli anni ’30 e la metà degli anni ’50. Di mano del B. anche: postille in semigotica (ad es. c. 1), tre disegni (cc. 53r, 56v, 59v) e diverse maniculae (ad es. c. 18r). Molto dubbia l’attribuzione al B. di altri tre disegni alle cc. 46v, 63v e 180v proposta dalla Ciardi Dupré dal Poggetto (esclusa in precedenza da Filippo di Benedetto). Lettera di Petrarca a Nicola Acciaiuoli ("Familiares", XII 2) aggiunta da una mano del sec. XIV ex.-XV in. alle cc. 237v-240r; note marginali di altre mani trecentesche; postille di Niccolò Niccoli (c. 61v). Appartenuto nel sec. XVII a Carlo di Tommaso Strozzi, che aggiunse l’indice nelle cc. I-III. -
Firenze Biblioteca Medicea Laurenziana - Plut. 34 5
Membr., cc. I + 44, mm. 230 × 120, sec. XII. Q. Horatius F., Ars poetica, Sermones, Epistulae. Segnatura della parva libraria: II 5. Assegnata al B., ma di dubbia attribuzione, solo la manicula vergata a c. 8v. Glosse marginali e interlineari del copista e di mani piú tarde. Forse posseduto nel sec. XIV da un certo «Martinus de Florentia» (cfr. c. 40v), nel sec. XVI appartenne ad Antonio Petrei.
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Firenze Biblioteca Medicea Laurenziana - Plut. 66 1
Membr., cc. III + 338 + III’, mm. 475 × 350, sec. XI. Iosephus Flavius, "Antiquitates Iudaicae" (traduzione latina attribuita a Rufino di Aquileia), "De bello Iudaico" (traduzione latina dello pseudo Egesippo). Le annotazioni del B. sono concentrate principalmente nelle prime 53 carte del codice e sono collegabili a interessi maturati negli anni ’50 e ’60, ma ragioni paleografiche portano a non escludere che possano essere piú antiche di qualche anno; da assegnare alla sua mano anche: alcuni segni paragrafali a forma di semicerchio (es. c. 8v), l’indicazione del libro nel margine superiore delle cc. 28v-35v, alcune maniculae e graffe (ad es. cc. 19v e 102r), tre disegni marginali: un grappolo d’uva (c. 20r), due testine raffiguranti Abramo (c. 11v) e Mosè (c. 43r). Note di mani dei secc. XIV e XV. Appartenuto ai Medici alla fine del sec. XIV. -
Firenze Biblioteca Medicea Laurenziana - Plut. 51 10
Membr., cc. III + 83 + II’ (con perdita di un fascicolo tra gli attuali primo e secondo), mm. 280 × 185, sec. XI. M.T. Varro, "De lingua latina" (V-XXIV); M.T. Cicero, "Pro Cluentio" (mutilo); "Rhetorica ad Herennium". Recuperato con buona probabilità nel 1355 nel monastero di Montecassino dal B. (che ne fece una copia per Petrarca). Attribuibili alla sua mano solo le annotazioni «De diis hic plura vide» (c. 4r) e «Ego aliter latro enim grece, clam latine. Et ideo latro quod clam furetur» (c. 14r), entrambe assegnabili alla metà degli anni ’50. Note di mano di Niccolò Niccoli, come la postilla «Aristarcus» (c. 28v). Varie postille di altre mani dei secc. XIII, XIV e XV. -
Firenze Biblioteca Medicea Laurenziana - Plut. 54 32
Membr., cc. II + 79 + II, composito (cc. 1-68 e cc. 69-79), mm. 295 × 205. L. Apuleius, "De magia", "Metamorphoseon libri", "Floridorum libri", "De deo Socratis". Segnatura della parva libraria: VI 2. Scritto attorno al 1350, ad eccezione dello "Spurcum additamentum" al romanzo apuleiano (c. 56r), dei primi anni ’70, e delle cc. 70r-77v (contenenti il "De deo Socratis"), da assegnare ai primi anni ’40. Di mano del B. anche: rare postille, maniculae e graffe (ad es. alle cc. 1v-3r e 18v-19r). Postille (ad es. c. 44r) e marginalia figurati (ad es. c. 48) dello stesso anonimo annotatore trecentesco del Dante Toledano [ALI 1855]; tra questi ultimi faccette paragrafanti assegnate da Morello al B., attribuzione messa poi in discussione da Fiorilla e Rafti. Correzioni e varianti attribuibili a Bartolomeo Fonzio in margine e in interlinea al "De deo Socratis" (ad es. c. 78v). -
Firenze Biblioteca Medicea Laurenziana - 90 sup. 98 1
Membr., cc. III + 80 + III’, mm. 260 × 175. "De mulieribus claris" (ultima redaz.). Databile intorno al 1370, non si identifica con i due esemplari presenti nella parva libraria. Di mano del B. anche: rare integrazioni testuali e richiami figurati di fine fascicolo (ad es. c. 56v) e piccole graffe (ad es. c. 55r); non autografa invece la corona disegnata alla c. 73r. Segni di attenzione di mano posteriore, con ogni probabilità risalente al sec. XV. -
Firenze Biblioteca Medicea Laurenziana - Plut. 52 9
Membr., cc. III + 162 + III’, mm. 350 × 250. "Genealogie deorum gentilium". Segnatura della parva libraria: III 1. Da assegnare alla metà degli anni ’60. Di mano del B. anche: disegni a colori degli alberi genealogici in corrispondenza dell’inizio dei libri (cc. 11v, 22r, 31r, 38v, 53v, 65v, 74v, 83v, 90r, 101r, 110v, 120v, 131r), frequenti notabilia, revisioni, rescrizioni, correzioni e aggiunte, talvolta accompagnate da disegni di fiori, insetti e teste animali con funzione di richiamo (ad es. cc. 127r e 149r); in alcuni casi gli interventi testuali sono coevi (ad es. c. 127v), in altri databili agli anni 1372-1375 (ad es. c. 18r). Non autografa la numerazione delle carte nell’angolo inferiore esterno, come ipotizzato in precedenza da Casamassima. Correzioni e postille di mano di Pietro Piccolo da Monteforte (ad es. c. 95r).