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Parigi, Bibliothèque Nationale de France, Fr. 229, f. 22v. Il copista del manoscritto è Boniface de Remenant. Ercole viene bruciato dalla veste intrisa del sangue del centauro Nesso; Meleagro compie il suicidio trafiggendosi con una spada; la regina Altea mette un tizzone nel fuoco per punire suo figlio Meleagro; sullo sfondo giace il cadavere di un personaggio femminile.
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Parigi, Bibliothèque Nationale de France, Fr. 229, f. 21r. Il copista del manoscritto è Boniface de Remenant. Ippolito viene trascinato contro le rocce dai cavalli imbizzarriti.
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Parigi, Bibliothèque Nationale de France, Fr. 229, f. 18v. Il copista del manoscritto è Boniface de Remenant. Teseo viene esiliato dal suo regno.
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Parigi, Bibliothèque Nationale de France, Fr. 229, f. 16v. Il copista del manoscritto è Boniface de Remenant. Durante un banchetto Atreo serve a Tieste i corpi dei suoi figli.
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Parigi, Bibliothèque Nationale de France, Fr. 229, f. 14r. Il copista del manoscritto è Boniface de Remenant. Edipo uccide suo padre Laio in battaglia; la regina Giocasta compie il suicidio trafiggendosi con la spada.
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Parigi, Bibliothèque Nationale de France, Fr. 229, f. 12r. Il copista del manoscritto è Boniface de Remenant. Cinque personaggi dolenti, tra cui Eete, Medea e Minosse.
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Parigi, Bibliothèque Nationale de France, Fr. 229, f. 11r. Il copista del manoscritto è Boniface de Remenant. In preda alla follia, Atamante uccide il figlio Learco gettandolo contro gli scogli, mentre Ino si getta in mare con il cadavere del figlio Melicerte; vicino agli alberi si trova un re a braccia conserte (Cadmo?).
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Parigi, Bibliothèque Nationale de France, Fr. 229, f. 7v. Il copista del manoscritto è Boniface de Remenant. Saturno divora uno dei suoi figli; Rea nasconde Zeus neonato in una grotta.
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Parigi, Bibliothèque Nationale de France, Fr. 229, f. 6r. Il copista del manoscritto è Boniface de Remenant. Nembrot sovrintende alla costruzione della Torre di Babele.
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Parigi, Bibliothèque Nationale de France, Fr. 229, f. 3r. Il copista del manoscritto è Boniface de Remenant. Adamo ed Eva vengono cacciati dal Paradiso Terrestre da un angelo con la spada sguainata.
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Parigi, Bibliothèque Nationale de France, Fr. 229, f. 1r. Il copista del manoscritto è Boniface de Remenant. Mainardo Cavalcanti visita l'autore Giovanni Boccaccio nel suo studio e lo invita a comporre l'opera; la Fortuna bendata cavalca un destriero bianco, seguita a piedi dalla Felicità, rappresentata come un re, e dalla Sfortuna, un vecchio vestito di stracci con un sacco in spalla.